Prestiti veloci e sicuri con la firma digitale
Come sappiamo, ormai da due anni, il nostro e tanti altri Paesi sono costretti a diversi lockdown e misure d’emergenza, anche se per l’Italia sembra intravedersi la luce in fondo al tunnel e tutto questo ha cambiato radicalmente le nostre abitudini quotidiane e nel mondo del lavoro.
I cambiamenti non sono stati sempre negativi, lo dimostrano alcune esperienze come la digitalizzazione delle pratiche per richiedere un prestito.
Un settore, quello creditizio, tradizionalmente conservatore e poco incline alle nuove tecnologie, ha usufruito di nuovi metodi per sopperire alla firma in presenza dei documenti e delle pratiche, in favore della firma digitale, uno strumento essenziale per la concessione di finanziamenti e mutui.
In un momento di forte crisi economica, grazie all’uso della firma digitale si è trovata una una soluzione facile, economica e sicura, in grado di assicurare l’erogazione di prestiti vitali per migliaia di famiglie.
La firma digitale per le pratiche di finanziamento garantisce:
● tempo;
● spazio;
● denaro.
La firma digitale è amica dell’ambiente, una soluzione sostenibile perché taglia di netto le emissioni collegate allo spostamento di persone e documenti cartacei.
Inoltre, ha lo stesso valore legale di quella autografa e assicura l’integrità e il non ripudio del documento siglato poichè non può essere modificato in alcun modo né disconosciuto dopo la firma.
L’utilizzo della firma digitale è utile soprattutto per sottoscrivere prestiti con cessione del quinto, una formula sempre più popolare e richiesta.
Tipologia di prestito riservata a lavoratori dipendenti e pensionati, la cessione del quinto consente di ottenere fino a 75.000 euro con tassi di interesse calmierati e con un meccanismo di restituzione estremamente pratico.
Con la Cessione le rate non possono mai superare il 20% del suo reddito mensile (cioè 1/5 del totale, per questo di parla di “cessione del quinto”) e vengono detratte automaticamente dallo stipendio o dalla pensione, evitando ritardi o insolvenze.
Oltre, i canonici documenti richiesti come carta d’identità, codice fiscale e documenti che attestano la propria situazione reddituale serve un dispositivo connesso a internet, quindi un pc, un tablet o uno smartphone.